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IL GIARDINO SULLA LAVA. Restauro e valorizzazione del parco di Ettore Paternò del Toscano
Grazie all’Avviso pubblico per la presentazione di Proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Component 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale”, Investimento 2.3: “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU del 31 dicembre 2021, è’ stato redatto il progetto ‘IL GIARDINO SULLA LAVA’ restauro e valorizzazione del parco di Ettore Paternò del Toscano che si articola in due direzioni in riconoscimento dei diversi caratteri dell’area del giardino:
Una relativa all’area che ci piace chiamare la “Collezione di Ettore Paternò del Toscano”, nella quale si riscontrano alcune aree omogenee: il cosiddetto “Bosco Etneo”, caratterizzato da alberature e macchia mediterranea tipiche della regione etnea; il “Giardino roccioso” dalla morfologia dovuta all’affioramento di una colata lavica; l’area con vegetazione mista mediterranea e sub tropicale; la piccola area con presenza di diversi esemplari di Cactacee; ed infine alcune aree pertinenziali e residuali relative agli edifici esistenti.
Un’altra area relativa all’ampliamento, che interessa invece l’area verso ovest (che ricade nel comune di Tremestieri Etneo) dove è ancora possibile rintracciare la morfologia di origine agricola (aree pressoché pianeggianti, terrazze contenute da residui dei tipici muretti a secco di contenimento) ed una sporadica vegetazione arborea. Questa nuova area è definita Parco Urbano, per la vocazione pubblica e la funzione sociale.
Tale area, che si trovava incolta, è soggetta ad interventi di trasformazione da ex agricola a componente del parco dove trovano collocazione oltre a nuove aree a verde, anche alcuni servizi che, seppur necessari ad ampliare la fruizione del parco, non potevano essere localizzati nella parte storica.
Qui sono stati realizzati un orto ed un frutteto che precedono il “teatro degli aromi” lungo i cui gradoni saranno piantumate piante aromatiche; un’area a parcheggio in prossimità del quale un visitor centre completato da una pergola fotovoltaica necessaria a garantire l’autonomia energetica del parco e una serra didattica; infine, un’area con alberi di agrumi ed arnie per api e quindi un campo di fiori selvatici.
Nella razionalizzazione degli accessi al parco è altresì previsto un intervento dal preciso carattere emblematico: la riconfigurazione dello spazio antistante la piccola chiesa sulla via Roma ottenuto attraverso il semplice arretramento del muro di cinta ottenendo così uno spazio di rispetto. Si ottiene dunque nuovamente la messa in relazione di questo ignorato manufatto con la città.
Nel giardino storico invece sono state fatte operazioni di restauro dei manufatti: rasole, saie, scale sentieri e muri di contenimento dei terrazzamenti, utilizzando gli stessi materiali e tecniche costruttive già presenti nel parco come la pietra lavica e la terra battuta. Sostituendo gli elementi esistenti meno appropriati, quali cemento e bitume con altri più affini alla tradizione edilizia ed agricola della Etna pur talora utilizzandoli in chiave più moderna.
Molto importanti gli interventi di Restauro, riqualificazione e manutenzione straordinaria della componente vegetale del giardino. Principalmente interventi di potatura straordinaria e cura del materiale vegetale esistente ma anche eradicazione di infestanti che sono stati realizzati all’inizio dei lavori.
Il progetto ha previsto in fine l’aggiunta nel parco di molte piante autoctone e di altre non autoctone principalmente associabili alle collezioni già esistenti
Questo con l’eccezione dell’aggiunta di due nuove piccole collezioni, una di Bambuseae (Bambù) ed una di Wisteria (Glicine) con l’intento di aumentare ulteriormente la biodiversità e l’interesse botanico del parco stesso.
Sono state privilegiate specie native affiancate da altre a buon adattamento fisiologico alle peculiarità locali:
_Alberi ad alto fusto come Olivi e Cipressi che sono nativi ma anche Camphore, Brachychiton, Eritrine, Lagunarie e Bahuinie.
_Piante di media altezza di origine autoctona come il Lentisco, l’Alloro, il Teucrium e il Corbezzolo costituiranno il tessuto connettivo che sarà poi punteggiato da piante più esotiche come la Feijoa, la bignonia capreolata ed il plumbago.
_Piante erbacee perenni autoctone come Artemisia, Ampelodesmos mauritanicus ed Euphorbia, verranno affiancate a Lavande, Agapanthus, Ballota pseudodictamnus, Convolvolus cneorum, Gaura lindhemerii, Erigeron karvinskianus, Iris pallida, Bulbine Frutescens ed altre.
In particolare numerose piantumazioni hanno riguardato proprio l’area dell’ampliamento essendo questa l’area che allo stato attuale presenta la minore presenza di vegetazione.
In questa zona sono stati aggiunti alberi da frutta tipici della tradizione agricola siciliana, come mandorli, peschi e albicocchi ma anche ciliegi e meli tipici della zona etnea a formare un frutteto.
A ricordare l’origine agrumicola di questa parte del parco, che era un tempo un agrumeto, è stata creata una collezione agrumi di diverse varietà, disposti a griglia sfalsata (piede di gallina) come avveniva in tutti gli agrumeti prima dell’avvento dei trattori.
Al centro di questo frutteto vi è l’orto, piantato stagionalmente con ortive tipiche del territorio e la cavea del teatro in pietra lavica ricoperta da aromatiche striscianti come il Thymus serpyllum e la Mentha requienii e altre.
A nord del teatro sono state piantate essenze gradite ad api e farfalle come Syringa vulgaris Lantana camara, Heliotropium arborescens, Aster novi-belgi, Sedum spectabile, Ajuga reptans, Alyssum saxatile, Centhrantus ruber, ecc. ecc.
In particolare una area di circa 500 metri quadri è dedicata alla semina di Semi di Facelia, Lupinella, Sulla e Melliloto, il tutto per contribuire all’aumento di insetti benefici nel parco.
Questi interventi nel loro complesso mirano a realizzare un intervento senza soluzione di continuità con il progetto intrapreso da Ettore Paternò del Toscano e poi continuato dai suoi eredi, volto sempre all’attenzione e al rispetto della vegetazione autoctona ma al tempo stesso contraddistinto dalla curiosità verso le specie esotiche e tutte le piante che ben si adattano al nostro clima e al nostro territorio.
Con le nuove piantumazioni (circa 2.000 nuove piante, tra alberi, arbusti e cespugli) sono state aumentate le superfici alberate per incrementare l’azione di compensazione delle emissioni di CO2 e polveri sottili dell’insediamento urbano circostante ombreggiando al tempo stesso le aree assolate del parco e riducendo le radiazioni solari e il fabbisogno idrico delle piante sottostanti.
L’aggiunta di nuovi alberi è anche mirata a mitigare l’impatto visivo delle costruzioni che circondano il parco e quello sonoro causato dal traffico automobilistico delle strade adiacenti incrementando la funzione di oasi che il parco già svolge all’interno di un tessuto urbanizzato.
Il progetto ha come sottofondo la scelta di rendere “disponibile” l’intero parco ad un uso collettivo, di farlo diventare elemento della città che gioca in essa un precipuo ruolo, anche per una sua nuova reimpaginazione, per un suo ripensamento.
Sciveva Raffaele La Capria in “L’occhio di Napoli” “Una città muore quando non viene ripensata continuamente” “Una città è viva se produce linguaggio: non solo parole ed esperimenti di parole, ma idee, concetti, sogni, propositi, utopie, punti di vista, per raccontare se stessa interessando gli altri, e per capire la realtà degli altri attraverso la propria”.
Questa nuova riconfigurazione del parco tende proprio a questo: far diventare il sogno di Ettore Paternò che egli ha saputo realizzare, un elemento che contribuisce a rigenerare la città perché essa produca linguaggio.