
Specie: Ceratonia siliqua L.
Famiglia: Fabaceae
Origine: dal Mediterraneo all’Iran
Nome comune: Carrubo
Descrizione: Albero robusto, longevo, sempreverde, con un esteso apparato radicale; tronco tozzo e irregolare con chioma ampia, densa e globosa; corteccia dapprima liscia e grigiastra, quindi bruno rossiccia, fessurata. Altezza generalmente di 1-15 m.
Le foglie sono persistenti, coriacee, alterne, con rachide rossastro. I piccolissimi fiori, di odore poco gradevole, sono unisessuali, dioici o poligami. I frutti sono grossi legumi, sino a 15-20 cm, coriacei e penduli, nerastri a maturità, contengono 10-15 semi lenticolari, bruno-lucenti.
È una pianta rustica, che cresce bene in terreni aridi e poveri, anche con molto calcare, non resiste alle gelate, ma sopporta bene i climi caldi. Il nome del genere deriva dal greco e letteralmente vuol dire corno proteso; l’attributo specifico è connesso al nome dato ai frutti (siliqua). I baccelli maturi sono commestibili e possono essere consumati freschi o secchi.
Il carrubo viene visitato dalle api per cui se ne può ricavare un miele uniflorale. Il legno, molto duro e resistente, era usato per la fabbricazione di utensili soggetti a usura.
Molto diffuso nell’area Mediterranea, viene citato nella parabola del “Figliol prodigo”. Il carrubo è anche chiamato “pane di San Giovanni”, perché, secondo la leggenda, il profeta si nutriva di questa pianta durante i lunghi periodi di ascesi nel deserto.
I semi scuri, tondeggiati e appiattiti, assai duri sono molto omogenei in peso ed erano detti “carati” perché utilizzati in passato come misura dell’oro.