
Specie: Rhaphiolepis indica (L.) Lindl.
Famiglia: Rosaceae
Origine: Dalla Cina meridionale all’Indocina, al Giappone
Nome comune: Biancospino indiano
Descrizione: Arbusto o piccolo albero, che raramente raggiunge i 4 m di altezza. I rami sono bruno-porpora da giovani, bruno-grigiastri da vecchi, cilindrici, inizialmente bruno-tomentosi, glabri in vecchiaia. Foglie lanceolate con vene coriacee, prominenti sulla pagina inferiori. I fiori (10-15 mm di diametro) sono disposti in densi grappoli all’estremità dei rami. Ogni fiore è portato su un sottile peduncolo, lungo 5-15 mm e presenta cinque sepali verdi o rossastri. La pianta si lascia apprezzare per la sua facilità di coltivazione e per la resistenza alle basse temperature; ama esposizioni soleggiate tollerando anche posizioni di ombra parziale. Predilige terreno leggermente acido, fertile e ben drenato; le irrigazioni devono essere frequenti nelle stagioni calde, sporadiche in quelle invernali, evitando sempre la formazione di ristagni idrici. Il nome del genere deriva dal greco e significa con squame sottili come aghi; l’attributo specifico fa riferimento all’origine. Il frutto è commestibile una volta cotto e può essere utilizzato per preparare marmellate. La pianta è anche conosciuta come “teechigi” e la sua polpa è conosciuta come “sharinbai” in Giappone, dove si ottiene una tintura marrone scuro facendo bollire la corteccia o la radice essiccata e utilizzando ferro o acqua di calce come mordente. Nelle isole Kainan in Cina è utilizzata per realizzare tessuti e alcune reti da pesca.